Isola di Montecristo – Arcipelago Toscano - Italia

I guardiani

Sin dai tempi passati si hanno poche notizie di presenze su Montecristo ma la documentazione è vaga e frammentaria. Descrizioni più specifiche ma spesso avvolte nella leggenda riguardano San Mamiliano e i suoi seguaci. I monaci, per molti anni, furono i custodi dell’isola. La dovettero abbandonare verso la fine del 1600 dopo i continui attacchi dei Saraceni, con distruzioni e morte.

Solo nel 1800 si comincia ad avere qualche informazione più precisa riguardo i guardiani di Montecristo. Diventata l’isola colonia penale agricola dal 1874 per volere del Ponticelli, Direttore di Pianosa, si parla di un certo Nicoli, Capo Guardiano, e di altri 5 guardiani.

Successivamente, dal 1890 si hanno delle notizie più circostanziate sulla famiglia Donati e le altre famiglie dei guardiani, fino ai primi anni del 2000, come da elenco riportato:

 

Cesare e Argia Donati                     1890-1920 Carlo Ginori – Casa Savoia

Mario e Lucia Galli                           1921-1921 Casa Savoia

Francesco e Bastiana Tesei           1922-1945 Casa Savoia

Millo e Mimma Burelli                    1956-1968 Soc. Oglasa – Stato Italiano

Amulio e Anna Galletti                   1968-1984 Stato Italiano

Giovan Battista Muti                        1984-1988  Stato Italiano

Paolo e Serenella Del Lama          1988-1998 Stato Italiano

Alberto e Francesca Cappellini  1999-2001 Stato Italiano

Giorgio e Luciana Marsiaj             2001-2002 Stato Italiano

Goffredo e Carmen Benelli          2002-2008 Stato Italiano

Giorgio e Luciana Marsiaj           2009- oggi Stato Italiano

 

I guardiani avevano compiti differenziati che si riconducevano alla protezione, salvaguardia e cura dell’isola. L’attività lavorativa si svolgeva sul mare e sull’isola controllando le coste e il mare come pure coltivando piccoli appezzamenti di terreno, proteggendo la vegetazione boschiva, difendendo i terreni con muri e terrazzamenti, aprendo nuovi percorsi (strade e viottoli) per potersi muovere sull’isola anche nelle zone di più impervie e difficile accesso. Impegno continuo è sempre stato la difesa da intrusi non autorizzati e l’aiuto ai naviganti in pericolo.

I guardiani, operavano secondo regolamenti specifici (privati o di Stato) ma anche secondo le metodologie del buon padre di famiglia. Venivano riforniti settimanalmente con assistenza istituzionale ma anche con la collaborazione dei pescatori. Si creavano spesso un buon livello di autonomia coltivando orti, andando a caccia e a pesca e allevando pollame.

Ancora oggi alcuni pescatori ricordano l’impegno della famiglia Tesei nella cura dell’isola e la generosa ospitalità concessa ai pescatori dal 1920 al 1943 con la costruzione del porticciolo di sicurezza e il magazzino per le attrezzature dove potevano ricevere anche i familiari, per brevi periodi. Nei casi di emergenza davano loro anche ristoro e aiuto nelle comunicazioni con i familiari.

Dagli inizi del 1970, con la presenza più continuativa degli agenti del Corpo Forestale dello Stato Italiano e dal 1971 con la collaborazione di personale tecnico del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, si concretizza l’impegno più diretto dello Stato Italiano. I guardiani, alle dipendenze del Corpo Forestale, svolgono le loro singole attività con controllo e coordinamento da parte degli agenti.

 

Consulta le attività svolte dai guardiani (.pdf) sull’isola, di Raffaele Sandolo

Consulta l’articolo: Bastiana. L’angelo di Montecristo (.pdf), Raffaele Sandolo, 2005