Isola di Montecristo – Arcipelago Toscano - Italia

Storia e personaggi

Nel 1399 Montecristo passò con l’Elba e Pianosa alla signoria di Gherado Appiani, signore di Pisa e fu considerata solo luogo di confine. Iniziò per Montecristo un fatale periodo di decadenza dovuto alle lotte fra le Repubbliche marinare e le incursioni dei pirati.

Nel 1553, il turco Dragut espugnò il convento, i monaci abbandonarono Montecristo, i loro beni furono devastati e l’abbazia quasi distrutta. Delle opere di difesa rimangono rovine sul monte detto della Fortezza. L’isola rimase così per qualche secolo priva di popolazione stabile e divenne meta di pirati ed avventurieri alla ricerca di un leggendario tesoro.

Caduto l’impero Napoleonico nel 1814, l’isola fu annessa al Granducato di Toscana, e sempre in quell’anno si ha la notizia di un’escursione di Napoleone quando era prigioniero nell’isola d’Elba. Intorno al 1840, Alexandre Dumas pubblicò un romanzo di successo: “Il conte di Montecristo”. Egli riprese la convinzione che il tesoro di Montecristo non fosse mai stato prelevato dai pirati e nel suo romanzo lo fa trovare da Edmond Dantes.

Il botanico George Watson Taylor acquistò dal Granduca di Toscana l’isola di Montecristo nel 1852 e vi abitò con la moglie fino al 1860. Egli la colonizzò impegnando un cospicuo patrimonio. Vi introdusse eucalipti e altre piante esotiche. Fece costruire la villa presso Cala Maestra ed altre strutture, tuttora esistenti; gli fu riconosciuto il titolo di “Conte di Montecristo”.

Nel 1874 il Regno d’Italia acquistò l’isola dagli eredi di Taylor e fu affidata all’amministrazione della Colonia Penale di Pianosa, arrivando a 45 detenuti nel 1878.

Nel 1889 l’isola fu presa in affitto dal marchese Ginori che l’utilizzò come feudo venatorio. I Savoia la tennero fino al termine della seconda guerra mondiale. Poi, nel 1953 la gestione dell’isola fu affidata alla società Oglasa, che la trasformò in una riserva di caccia.

Nel 1971 un decreto sancì la costituzione della Riserva Naturale e ne affidò la gestione all’azienda di Stato per le Foreste Demaniali.

Tratto da Paolo Vestri, Stefano Tappi, Isola Montecristo”, Edizioni Fruska, 2000