Isola di Montecristo – Arcipelago Toscano - Italia

Parole su Montecristo

Alexandre Dumas padre

Villers-Cotterêts, Francia (1802-1870), autore del celebre romanzo Il Conte di Montecristo.

“ …dopo avere toccato, palpato, affondato le mani tremanti nell’oro e nelle pietre preziose, si rialzò e attraversò di corsa le due grotte con l’esaltazione di un uomo sull’orlo della pazzia:balzò sul ciglio di una roccia da cui si poteva scorgere il mare e no vide nulla;era solo, assolutamente solo, c on quelle ricchezze incalcolabili, inaudite, favolose, che gli appartenevano: Ma sognava o era desto? Si premette il pugno contro le tempie,come per impedire alla ragione di abbandonarlo, poi si slanciò a corsa pazza attraverso l’isola senza seguire non diremo un sentiero – non vi sono sentieri nell’isola di Montecristo – ma neppure una direzione fissa….“.  Tratto da Il Conte di Montecristo, 1843-44.

Gaetano Chierici

Nato a Reggio Emilia, (1819-1886), paletnologo, insegnate e sacerdote.

“La vista che si gode dalla cima del monte è qualcosa di inverosimile: i monti azzurri, le lontane costiere, la terraferma, l’Elba, Capraia; Corsica, Sardegna, Giglio, Giannutri,  e Pianosa. La magnificenza di questo quadro che si ammira al vertice della piramide conica di  Montecristo è superiore alla lirica descrittiva … le isole lontane paiono di porfido, di corniola, di agata … l’occhio spazia dovunque con sensazioni dirò così fisiche, voluttuosissime”.

Vincenzo Mellini

Nato a Rio Marina, Isola d’Elba, (1819-1897),  storico e direttore generale delle miniere elbane. Laureato in giurisprudenza e scienze naturali. In suo ricordo è posta una lapide a Capoliveri.

“… Io vi approdai il 22 agosto alle ore 5 pomeridiane: e dopo di averla girata quasi tutta,dopo di aver levata la pianta dell’antica Abbadia e della Grotta del Santo, ne partii il 25 alle ore 4 di mattina,dando a Montecristo che mi sorgeva minaccioso alle spalle co’ le sue cime piramidali sprofondate nelle nuvole un lungo addio….”.  Tratto da L’abbazia di Montecristo,

Renato Fucini

Monterotondo Marittimo, GR, 1843, Empoli, 1921). Scrittore di poesie vernacole e prosa con lo pseudonimo Neri Tanfucio. Lavorò alla Biblioteca Riccardiana di Firenze dal 1901 al 1907.

“… L’isola di Montecristo, nonostante che sia un blocco di granito che sbuca improvvisamente dal mare, è ricchissima di acqua che scaturisce abbondantemente da tutte le parti. Tanto è vero che Carlo Ginori, prima di cederne l’affitto al Re, aveva preparato il materiale per costruire un mulino sul ruscello che scorre nel fondo della Cala Maestra.  Tratto da Il «Vade-mecum» del perfetto navigatore, in Acqua passata, 1870.

Sandro Foresi

Elbano, (+ 1948)

Nel libro da lui stampato (Sandro Foresi) “l’Elba illustrata” é riportato, scritto da Eugenio Marini: “Nel suo insieme l’Isola (Montecristo) non ha un aspetto ridente: apparisce, anzi, tetra e selvaggia. Un aggruppamento di scogli grandi accavallati gli uni agli altri, coperti qua e là da sterili mucchi di scope”… “Per via di un crepaccio, tra rocce scheggiate e macigni che s’innalzano a picco, si giunge in alto del monte ove si vedono ora le rovine dell’antica Fortezza Militare costruita per difesa dell’Isola”.  Un brano di Eugenio Marini, giornalista de Il Popolano di Portoferraio, anni ’20.

Giacomo Puccini

Nato a Torre del Lago, (1858 -1924), musicista.

“Carissimo Paladini,dovevo andare a Montecristo un tempo. Mi imbarcai con Ginori sull’Urania,ma … Un’avaria alla macchina e un libeccio sferrato c’impedirono di salpare e fu rimessa la gita alla quale prese parte il Principe di Napoli e io non  potei essere del numero perché occupato a Torino per l’andata in scena della Boheme. Questa è la verità. I giornali hanno detto di me a Montecristo, ma io non ci fui mai.-Così è e ti saluto. Giacomo“.  Da una lettera di Giacomo Puccini a Carlo Paladini.